redde rationem

Che ne volete capire voi, miseri cittadini, del complesso funzionamento della macchina dello Stato ?  Lo sapevate, ad esempio, che il Rendiconto Generale dello Stato è il provvedimento con cui il governo “rende conto" al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria ?  Lo sapevate che Il Rendiconto è articolato per missioni e programmi e che i consuntivi vengono redatti per macroaggregati e unità previsionali di base ?  Lo sapevate che comprende anche il conto del patrimonio il quale recepisce le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività ? 
No, eh ? E allora andate a lavorare, barboni ! Che qui c’è da mandare avanti una intera nazione e c’è gente che sa come fare. Non come voi che dovete campare una famiglia e non riuscite neanche ad arrivare a fine mese !
P.S.
Oltre a essere degli scansafatiche, sarete certamente anche un po’ ignoranti; sappiate, allora, che redde rationem è latino e vuol dire letteralmente “rendi conto”. L’espressione viene dal Vangelo ed è poi entrata nell’uso corrente come sinonimo di “resa dei conti”. Se vi capita, andate a leggere il passo di Luca da cui è tratta (capitolo 16,2): troverete una delle parabole più strampalate del Vangelo. Viene dopo quella del figliol prodigo (quello, per intenderci, più festeggiato del figliolo bravo e obbediente) e si conclude con Gesù che dice:” Ebbene, io vi dico: procuratevi amici con la disonesta ricchezza”. È una lettura molto bella, ma difficile da comprendere.
Come del resto è tutto il Vangelo.

13 ottobre 2011